Alfredo Ciabattoni, una vita a cavallo

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In Abruzzo i personaggi di spicco capitano spesso ma quando ce n’è uno, anche di un certo peso, che fa la differenza, merita sicuramente di essere raccontato. Anche perché lui non è il classico personaggio che cercate su  wikipedia, ma  un uomo e un artista fuori da ogni regola e definizione.

Tutto questo è Alfredo Ciabattoni, un uomo un po’ sui generis che ha capito che la prima cosa necessaria è sostituire il cervello, la testa, il modo di pensare dell’uomo, con un cervello, una testa e il modo di pensare di un cavallo. Una di quelli capaci di rompere equilibri tradizionali e modalità apparentemente immutabili.

Alfredo non ha bisogno di presentazioni nel mondo equestre ma per tutti noi, “ignoranti” in materia, è sicuramente una scoperta degna di nota da appuntare come si appunta al petto una medaglia d’oro. Arrivato alla boa del quarto decennio di vita, Alfredo, imprenditore agricolo, cresciuto con la passione nel sangue, deve il suo successo al nonno che gli ha trasmesso l’amore per i cavalli, cavalcando fin da giovanissimo pregiate razze americane del calibro di Appaloosa,  Quarter e Paint.

La famiglia Ciabattoni inizia nel ’70 a importare in Italia i primi cavalli americani e diventa una dei precursori del settore western nel nostro Paese ed è proprio il padre Domenico a spronare Alfredo fino agli esordi in gare di pleasure, trail, horsmanship, barrel e pole.

Ma Alfredo è molto di più, mille sfaccettature e un’esplosiva inarrestabile sorgente di energia, di entusiasmo, di invenzioni e metamorfosi a getto continuo, che lo portano nel 1988 a spiccare il volo oltreoceano per un periodo di apprendistato. È proprio qui arriva la vera svolta grazie a Vern Sapergia, suo maestro, che gli fa scoprire a 360° il concetto di riunione che all’epoca neanche i grandi big americani applicavano. Da lì per propri meriti è diventato istruttore federale di terzo livello italiano vincendo gare già da quando aveva 18 anni, come il Futurity non pro, la prestigiosa competizione agonistica in occasione della quale debuttano i cavalli di tre anni appartenenti a tutte le categorie professionisti e non.

Dalla mente limpida e progettuale, tutt’altro che intimorito fa tesoro degli insegnamenti e li applica ai cavalli che gestisce nel proprio centro “Le Arene” che vanta  oltre 40 esemplari, due campi coperti e un tondino.

Il suo pupillo è lo stallone Zan Parr Catalyst, meglio conosciuto come Zamparr, che, nonostante un inizio difficile condito da bassi punteggi, è riuscito pian piano ad emergere attraverso i suoi figli, trovando una perfezione nei movimenti che lo ha portato ripetutamente a disputare le finali dei principali special event Irha (organo ufficiale del Reining in Italia), anche se, per il nostro Alfredo le gare fanno sì parte del lavoro ma non sono la priorità.

 Che dire… padre di due figli e marito impeccabile dell’amata Fiorenza. Una donna partecipe e sorridente dal temperamento originale che ha saputo stargli vicino quando invece le “altre”, come lui stesso ci racconta, avrebbero cambiato strada per la sua assenza.

Alfredo, jeans e stivali da cowboy. A noi racconta, mentre fulgido e sorridente ha appena finito di addestrare  il suo cavallo nella grande arena, che le vere emozioni le percepisce soltanto negli ultimi anni. Una filosofia di vita la sua che ci ha lasciato a bocca aperta, un pensiero che sfocia nell’accettare e nell’imparare ad amare la vita per quello che è perché infondo la felicità non dipende da ciò che ci circonda  ma da ciò che i nostri occhi riescono a vedere.

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