RAY CIARROCCHI e SANDRA CAPLAN: una vita dedicata alla pittura
A cura di Valeria Conocchioli
Non si tratta di un hobby ma di un vero lavoro, una passione vissuta fino in fondo quella che Ray Ciarrocchi e Sandra Caplan hanno per la pittura. Questi due grandi artisti americani hanno deciso piacevolmente di trascorrere metà parte dell’anno in Italia e precisamente a Controguerra dove 13 anni fa hanno acquistato una casa in campagna per lavorare a diretto contatto con la natura. Forte è l’attaccamento a questi luoghi, così tanto presenti nelle loro opere! Ma conosciamo meglio questa coppia accomunata da una passione tanto forte:
Quando vi siete conosciuti e quali sono stati i vostri percorsi artistici e formativi?
Ray: Io e Sandra ci siamo conosciuti alla Boston University e tempo dopo ci siamo sposati. Io ho origini italiane, mio padre è di San Benedetto del Tronto, ma la mia formazione si è svolta in America. Ho ricevuto un’educazione artistica molto classica, lavorando en plein air e sul disegno dal nudo. Sono stato anche insegnante e critico d’arte in diverse università americane. Negli Stati Uniti ho realizzato più di 15 personali, ho vinto molti premi, venduto opere e ottenuto ottime recensioni da importanti testate giornalistiche.
Sandra: Io sono canadese e non ho, come Ray, origini italiane. Ho studiato presso la Scuola d’arte di Yale e poi ho vinto un premio che mi ha dato la possibilità di trascorrere un anno a Roma. Anche io ho insegnato pittura per molti anni a New York e all ’inizio della mia carriera mi sono cimentata nella pittura informale.
Quali sono i modelli che vi hanno più ispirato nella vostra carriera?
Ray: Appena laureato sono stato fortemente influenzato dall’astratto-impressionismo della “Scuola di New York” e poi dalla grande arte del passato. I modelli a cui mi ispiro sono: Giotto, Piero della Francesca, Tintoretto, Veronese, vari pittori americani, gli artisti della Scuola del Fiume Hudson, Morandi, Pierre Bonnard e il friulano Afro Basaldella che ho avuto il piacere di conoscere personalmente.
Sandra: Io guardo sempre ai grandi maestri del passato e riprendo diversi aspetti dei loro dipinti. Dal punto di vista del colore sono sicuramente influenzata da Matisse mentre per l’aspetto architettonico da Mantegna.
Cosa rappresentano le vostre opere?
Ray: Rappresento per lo più paesaggi marini o montani d’Abruzzo e Marche. Per me il paesaggio abruzzese è stato una scoperta. È bello perché è vivo; ha una luce particolare. Scelgo un paesaggio in base a ciò che suscita dentro di me, alle corrispondenze che vengono a crearsi tra noi.
Sandra: I soggetti delle mie opere sono nature morte. Amo le cose quotidiane, quelle che associo al ricordo di una persona o di un incontro. Nei miei quadri, dietro le nature morte, aggiungo ghirlande ed elementi architettonici, soprattutto case in stile liberty (e mi ispiro a quelle presenti lungo la vostra costa). La novità è infatti nella combinazione di interno-esterno, natura morta-paesaggio.
Che tecniche preferite?
Ray: Io uso olio su tela, anche con il disegno in carboncino, e monotipo.
Sandra: Anche io utilizzo olio su tela, ma ricorro ugualmente all’acquerello e al pastello.
Che valore ha il colore nelle vostre opere?
Ray: Voglio che la luce impregni i colori. Non uso molti contrasti violenti ma preferisco i toni tenui e delicati. Spesso cambio volontariamente il colore al paesaggio perché non mi interessa copiare letteralmente ma reinterpretare e personalizzare ciò che vedo.
Sandra: Uso molto i colori accesi come il rosso e l’arancio perché nelle nature morte dipingo sempre fiori e frutti dai colori vivi e brillanti che amo molto.