Tutte le donne di Paola Celi

A cura di Virginia Cichetti
Raccontare chi sia Paola Celi non è questione facile; nelle sue opere vibra il segno di una donna complessa e audace che si sorprende ogni volta diversa nelle molteplici vesti di madre, artista, amante o sorella, ma che torna ad essere sempre, e inequivocabilmente, se stessa.
Paola è nata in Svizzera ma vive a Martinsicuro da molti anni, dove ha aperto il suo studio; la incontriamo ad una personale cittadina intitolata “L’attesa”. Ha il sorriso aperto di chi ama la vita, offre cioccolatini e caffè, e lascia che siano le sue opere a parlare per lei. La sua ricerca estetica è introspezione pura, ma genera i volti di mille donne differenti. Non è difficile trovarsi in uno dei suoi disegni poiché tutte le donne di Paola Celi sono l’espressione di un comune sentire femminile.
Ha studiato al liceo artistico poi, pochi giorni all’Accademia di Belle Arti le sono bastati a capire che “l’inquadratura” accademica le stava stretta e, in men che non si dica, ha dato vita ad uno studio tutto suo. Ha percorso la strada dell’artigiano, sperimentando i materiali più vari: dalle vetrate fino ad arrivare al travertino e al legno. Qui dimorano le sue opere più recenti; il segno prende vita dalle venature della tavola “come il proseguimento di un qualcosa di preesistente” – ammette lei – nel rispetto delle imperfezioni e dei nodi del legno stesso. Carboncino e matita – i suoi grandi amori – ma anche olii, smalti dalle tinte intense e collage di mattonelle, travertino e materiali naturali come corteccia e radici.
Ognuna delle sue donne è in stretto legame con la madre terra creatrice, come Angizia, divinità sacra ai nostri avi; dea della guarigione, forse più una maga poiché, si suppone, fosse sorella della maliarda Circe o di Medusa. Paola Celi la raffigura così: i capelli di serpente e la mela/mondo fra le mani, personale interpretazione di Eva che domina ancestrali lusinghe.
Ogni tavola è accompagnata da una poesia a sottolineare il filo di una storia comune: il segno si trasforma in parola e viceversa, sulla scia delle più accese tematiche sociali legate alla donna, come il femminicidio.
Ma Paola Celi cosa attende?
“Nuove idee” – risponde – “E’ già molto aver capito che eliminare delle cose è più importante che aggiungerne”.
Un’artista deve sapere quando è il momento di fermarsi, a volte basta un segno leggero della matita, altre volte no, è l’opera stessa a chiederlo. Paola Celi asseconda questo tipo di atteggiamento in un viaggio introspettivo che sfiora le molteplici sfumature dell’universo femminile.