Erosione costiera: un primo sguardo

A cura di Angelo Bruni – C.E.A. Scuola Blu
Foto di Cinzia Rosati
“Qui una volta era tutta campagna”, dicono i nostri nonni in quello che oggi è un noto luogo comune. “Qui una volta era tutta spiaggia” potrebbe essere il prossimo. O forse lo è già. Perché l’erosione costiera è ormai da tempo uno dei più annosi (e dannosi) problemi ambientali che affliggono le coste italiane, comprese ovviamente quelle abruzzesi. Quali ne sono le cause? Dobbiamo innanzitutto considerare le spiagge come un elemento fisico in perenne movimento: nel corso della loro storia geomorfologica, infatti, esse hanno subìto continui e ciclici processi di arretramento/avanzamento, in base all’ andamento di fenomeni quali la variazione del livello del mare e il conseguente spostamento verso l’alto del punto di inizio erosione fluviale.
Altro fattore da considerare è il cosiddetto bilancio costiero, che non è altro che la somma algebrica della sabbia che “entra”, in altre parole quella apportata dai fiumi nel mare e poi distribuita dalle onde verso la costa, e quella che “esce” dal sistema spiaggia, rappresentata dalla sabbia erosa e sottratta dalle onde di tempesta e, in minor parte, da quella soffiata via dal vento (in gergo “ablazione”). Un tempo il bilancio tendeva a zero, se non a favore delle entrate (bilancio positivo), ma nel corso dell’ultimo secolo si è assistito ad un trend discendente, che ha visto via via aumentare sempre di più la sabbia in uscita rispetto a quella in entrata.
E ricordiamoci che, sempre nell’ ultimo secolo, le città di costa sono state sempre più caratterizzate da un’intensa attività turistica che ha portato ad un’altrettanto progressiva “cementizzazione” della costa, tramite la realizzazione di strade, moli e stabilimenti balneari, che hanno creato verso l’interno una barriera invalicabile per il sistema spiaggia finora descritto. Come conseguenza, mentre prima parlavamo di spostamento, ora non abbiamo altro che accorciamento. E ce ne accorgiamo estate dopo estate, quando le file di ombrelloni sono sempre di meno, con conseguente ricaduta economica per le città che fanno del turismo una delle attività principali. È in questo contesto che dobbiamo analizzare le pesanti influenze di un bilancio costiero negativo.
Se da un lato le onde di tempesta hanno continuato e sempre continueranno, come natura vuole, ad impattare sulla spiaggia erodendone la sabbia, dall’ altro gli apporti sono costantemente in diminuzione. In altre parole, qualcuno o qualcosa “ruba” la sabbia dai fiumi, prima che essi riescano a portarla alla foce e in seguito affidarla alle onde e alle correnti litoranee. Immaginando che questo sia un libro giallo, potremmo interrompere qui la narrazione degli eventi, rimandando alla prossima puntata lo smascheramento dei “responsabili del furto” ed illustrare come sia la situazione locale in termini di erosione costiera. Quindi…arrivederci al prossimo numero!