Erosione costiera: perdite fino a 150 metri di spiaggia

A cura di Angelo Bruni e Roberto D’Ambrosio – C.E.A. Scuola Blu
Se ricordate, avevamo concluso l’ultimo articolo come un “giallo” a puntate. Chi è che “ruba” la sabbia dai fiumi, prima che essi riescano a veicolare i detriti verso il mare, ostacolando così il pareggio del bilancio costiero? Molti di voi avranno intuito che i colpevoli…siamo noi. Esatto, noi uomini che abbiamo costruito città su cui poggiare la nostra società, città che dobbiamo in seguito riuscire a mantenere in vita. E abbiamo così iniziato a prelevare dai fiumi enormi quantità di sabbia e ghiaia necessarie come materiale di costruzione; e abbiamo realizzato numerosi sbarramenti artificiali ad uso irriguo e grandi dighe per la produzione di energia idroelettrica, utili sì a contribuire alla riduzione dell’uso di fonti non rinnovabili, ma dalle quali tuttavia deriva un certo impatto sul territorio e la diminuzione della velocità e quindi della potenza erosiva dei fiumi.
Inoltre non sempre queste strutture sono soggette ad un corretto dissabbiamento del relativo bacino artificiale, con rimessa in circolo dei sedimenti. A tutto ciò aggiungiamo poi l’irrigidimento dei letti fluviali, a causa di una cementificazione che ne impedisce l’erosione del fondo per lunghi tratti e quindi un’ulteriore diminuzione del materiale solido trasportato. Considerando tutti questi elementi, è facile intuire come l’apporto del materiale detritico sia ormai decisamente inferiore alla quantità sottratta al sistema spiaggia dalle onde di tempesta, come visto nell’ ultimo articolo. Alla luce di questo scenario, qual è la situazione delle nostre spiagge? Nell’ area costiera compresa tra San Benedetto del Tronto e Giulianova, il Tronto è il fiume più importante in termini di capacità di trasporto solido di fondo.
Una prima inversione di tendenza di questa capacità è riscontrabile già a cavallo tra il XIX e il XX secolo, per continuare a diminuire progressivamente a partire dagli anni ‘20, quando si iniziò a costruire le prime grandi opere idrauliche; nel corso degli anni si sono poi aggiunti altri ostacoli, quali interventi di manutenzione straordinaria del fiume con briglie e attività di estrazione inerti in alveo e secondo alcuni studi, il carico medio annuale ammontava a 30-50 mila metri cubi già negli anni ‘60, contro i 55-90 mila dei decenni precedenti. Come si è tradotto tutto ciò? Dalle immagini satellitari e dalle numerose foto aeree realizzate dal 1945 ad oggi dall’Istituto Geografico Militare, il territorio settentrionale di Martinsicuro, che prendiamo come esempio significativo, ha subìto una forte erosione costiera con perdite fino a 150 metri di spiaggia verso l’interno, mentre il fenomeno si presenta più lieve spostandoci a Sud, verso Villa Rosa e Alba Adriatica. Ma ciò non vuol dire che non si debba tenere sotto controllo il fenomeno, a meno che non decidiamo di darci in blocco al turismo montano!