A cura di Martina Di Donato

Foto di Silvio terrani

Sono le 10 del mattino quando incontro gli Abetito Galeotta, un gruppo di musicisti unitisi nel 2007 quasi per gioco. Il loro trampolino di lancio è stato l’album “Bagagli a mano” del 2010. Da poco è uscito il  secondo album “Cambi di stagione”, prodotto dalla Music Force e distribuito dalla Self.

 Iniziamo la nostra intervista ripercorrendo a grandi linee la loro storia: gli chiedo cos’ è cambiato da quando in un ritiro ad Abetito Montegallo 4 amici hanno deciso di iniziare quest’avventura.

Mi dicono: cambiate molte cose, a partire dal repertorio, inizialmente fatto da cover di artisti come  De Andrè, De Gregori, Capossela, Silvestri, poi pian piano abbiamo iniziato a produrre qualcosa di nostro, fino al primo album.

 Anche la vostra formazione è cambiata?

Si. Nel corso degli anni alcuni si sono trasferiti per questioni di lavoro. Attualmente la formazione comprende: Manlio Agostini ( voce,chitarra), Marco Pietrzela ( flauto traverso, tamburello), Alessandro Corradetti (tastiere), Simona Biancucci ( percussioni).

 Leggendo i loro testi si trovano riferimenti a personaggi e fatti storici nazionali ma anche locali, come il brigante Piccioni, Cecco. Quanto la realtà quotidiana influisce nei vostri testi?

 In un disco possono trovare spazio varie tematiche. E’ sempre importante ricordare da dove si proviene. Anche nel nuovo disco abbiamo inserito riferimenti a luoghi e personaggi locali, come  in “Cartoline da Montegallo”  e a realtà nazionali come in “ Carbonia”.

 Cosa pensate del panorama musicale locale? E cosa volete dire ai giovani che vogliono intraprendere la carriera da musicisti?

 C’è un buon fermento, rispetto a qualche anno fa stanno aumentando la band che si dedicano al cantautorato. Ci capita spesso ci collaborare con delle band di alto livello.

A chi vorrebbe intraprendere questa carriera- quasi imbarazzati nel ruolo di mentori- diciamo di credere sempre a ciò che fanno, anche nei momenti più difficili e di cercare la propria strada per riuscire ad esprimere al meglio quello che sentono. Poi ricordano i concerti dei loro albori, quando suonavano nei locali della zona quasi senza compenso.

 Terminate le domande gli lascio spazio per i ringraziamenti: ringraziamo Marco Zaini che ha illustrato le nostre copertine e tutti i musicisti che hanno collaborato alla registrazione.

 Con i ringraziamenti ci salutiamo con la consapevolezza che sentiremo parlare molto di questo gruppo che viaggia in una direzione ben precisa senza dimenticare le origini e senza mai smettere di credere nel loro sogno.

 

Condividi e seguici anche su :

About The Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *