A cura di Martina Di Donato

Il talento di Gionni Di Clemente raccontato da Gionni di Clemente

Personaggio di rilievo, musicista virtuoso e versatile. Ama suonare strumenti lontani dalla nostra cultura, riuscendo a farli arrivare al nostro animo. Questo è Gionni Di Clemente, chitarrista, compositore, ma non solo.

E’ interessante capire come sia iniziata la sua passione.

“Credo che la mia sia una passione innata. Ricordo che da piccolo amavo ritagliare le immagini di strumenti musicali. Poi a sedici anni, mio zio, chitarrista anche lui, mi ha fatto avvicinare alla chitarra, spronandomi ad andare avanti. Ho continuato da autodidatta. Il passo successivo è stato quello di cercare il mio stile personale, rispondendo all’esigenza di esplorazione e ampliazione; successivamente ho studiato orchestrazione jazz con il maestro A. Impullitti”.

Quali sono state le tue influenze musicali?

“Uno stimolo molto forte l’ho avuto da cantautori inglesi, americani, francesi, italiani. Poi mi sono avvicinato al chitarrista italo-portoghese Egberto Gismonti, che è stata una figura molto importante per la scoperta della mia espressione e della mia strada.”

Strada che ti ha portato anche all’utilizzo di strumenti musicali particolari…

“Si. Oltre alla chitarra nelle sue svariate forme, amo fondere l’acustica di stili musicali diversi: musica araba, musica greca, quella portoghese-brasiliana. Mi piace mescolare i linguaggi e le scale tipiche di strumenti come il citar, l’oud, portandoli nella cultura europea e quindi fuori dal loro contesto. Apro sempre i miei concerti con un’improvvisazione di oud, che con il suo suono ancestrale riesce a far immergere il pubblico e me nella stessa dimensione: quella della musica. Ricordo che la prima volta che sentii suonare questo strumento fui come incantato da questo suono e cosi decisi di iniziare a suonarlo da autodidatta, cosi come per il citar”.

Nel 2006 è uscito il tuo primo disco “Danza degli spiriti”, ben accolto dalla critica. Quali sono ora i tuo progetti?

“Dal 2009 sono organizzatore della kermesse musicale “Paesaggi d’autore”, che ogni anno porta nei sobborghi di Marche e Abruzzo artisti da tutto il mondo. Lo scorso anno ho musicato “Canto un mondo libero”,  a cura di Marco Fazzini, libro di poesie e saggi di vari personaggi, da Bob Dylan a Boby Sands, reinterpretati da attori come Stefania Mulè, Mario Pirovano e tanti altri. A breve uscirà anche il secondo disco ” Impronte Mediterranee”, composto in trio con Mike Rossi, al sax e Francesco Savoretti alle percussioni. Inoltre ci sarà una collaborazione con il poeta canadese George Elliot Clark”.

E poi c’è il tour…

“E poi c’è il tour che mi porterà in Sud Africa e in Germania, nel luglio prossimo. Nonostante questi impegni, però, cerco di dedicare più tempo possibile all’insegnamento della chitarra. Per me è molto importante trasmettere la conoscenza e la passione ai miei allievi”.

Musicista poliedrico ed innovativo, apprezzato in tutto dal pubblico di tutto il mondo e dalla critica, persona sensibile e disponibile che sorride ripensando al passato. Fa piacere ricordare che sia un talento di casa nostra.

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