UNA VECCHIA SINGER IL PRIMO “BOLIDE” DA CORSA

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Alfio Cappelletti, la passione per le rosse di Maranello e l’inseparabile macchina da cucire

di Alfonso Aloisi

Alfio Cappelletti al lavoro Al centro di tutto c’è una particolare macchina da cucire, una Singer modello “51 w 54 Colonna”, divenuta col tempo l’asso nella manica per il lavoro di Alfio Cappelletti. Una macchina tutta americana giunta a Milano direttamente dagli Stati Uniti nel 1947 impiegata nella cucitura del cuoio e del pellame in genere. Forse è l’unico esemplare ancora funzionante presente ancora in Italia. Era stata acquistata poco meno di settanta anni or sono da Antonio Cappelletti, padre di Alfio e vecchio commerciante di cuoio e pellame vibratiano di Tortoreto Alto. All’epoca abitava nel fabbricato di proprietà in cui ora è ubicata la pizzeria da Anchise e dove è nato Alfio Cappelletti. Qualche anno più tardi Antonio Cappelletti lasciò Tortoreto Alto, vendette tutto e si trasferì a Giulianova Lido dove ha acquistato in via Thaon de Revel un appezzamento di terreno al prezzo di 500 lire al metro quadro. In breve tempo fu realizzata una palazzina: al piano terra, fronte strada, nacque il negozio di cuoio e pellame oltre al laboratorio per la lavorazione artigianale di tomaie. Regina dell’attività, proprio la Singer 51 w 54. All’età di 15 anni, come era frequente all’epoca, Alfio iniziò a lavorare nella bottega paterna dedicandosi al taglio delle tomaie ed al cucito delle stesse. Più tardi, scoprirà che la lavorazione delle tomaie non è più remunerativa a causa delle industrie del settore che riescono a confezionare a prezzi più contenuti. Tutto questo grazie ad una produzione più ampia grazie allo  sfruttamento di tecnologie all’avanguardia. Così Alfio Cappelletti avviò un altro percorso lavorativo che alla fine si rivelerà essere la sua fortuna. La nuova strada è rappresentata dalla Biglietto GP di Spagna di F1 1973 (1)riparazione artigianale di articoli in pelle e cuoio, borse, giubbotti e quant’altro avesse attinenza con il materiale tanto caro alla famiglia Ceppelletti. Alfio coltivava, non ancora quindicenne, una particolare passione per le competizioni motociclistiche. A Tortoreto a quei tempi veniva utilizzato il circuito “Tortoreto Alto-Alba Adriatica (che non si era ancora divisa da Tortoreto)-Tortoreto Lido-Tortoreto Alto”. Alfio Cappelletti era affascinato dal pilota locale Guido Guidobaldi in sella ad una Gilera 500 Saturno. Nel 1952 arrivò per Alfio un gran regalo, ovvero una Gilera 150 Sport elaborata dai F.lli Colangeli di Pescara, concessionari per l’Abruzzo del marchio monzese delle due ruote. Abbandonati i centauri, Cappelletti si avvicinò alle vetture sportive e competitive. La passione per le “rosse” di Maranello gli entrò presto nel sangue e nel 1953 assistette per la prima volta ad un Gran Premio di Formula Uno. Diciassettenne partì dalla stazione ferroviaria di Giulianova con il treno direttissimo Lecce-Milano destinazione finale Monza. Qualche anno dopo affronterà un viaggio a bordo di una Fiat 500 fino a Montecarlo per assistere al Gran Premio di Formula Uno. Ad oggi, Alfio Cappelletti ha stabilito un personale record assistendo in Europa a circa centro Gran Premi raggiungendo le varie destinazioni quasi sempre in auto. Nel suo palmares anche due Coppe Acerbo a Pescara. Altro particolare primato è stato il cambio di ben sette modelli dell’allora inglese Mini Cooper. Il passo verso il cavallino rampante fu breve e così Alfio, grazie a qualche risparmio accumulato con il lavoro portato avanti sempre con la instancabile e fedele Singer 51 w 54, riuscì ad acquistare nel 1980 una nuova fiammante “Ferrari GTB 208” al prezzo di 42 milioni delle vecchie lire. Tutta la storia di una vita, familiare sportiva e lavorativa, ruota attorno a quell’americana Singer 51 w 54 che ancora oggi è fonte di reddito e di soddisfazioni anche per i clienti. Impossibile trovare qualcuno che possa sostituirlo nel lavoro che svolge fedelmente da oltre cinquanta anni. Il grande appagamento Alfio Cappelletti l’ha avuto nell’agosto del 2012 quando, nel corso della tradizionale Festa del Nonno, il professor Giovanni Gasbarrini gli ha consegnato una targa-premio. Mettendo in parallelo il mestiere e la passione di Alfio, Gasbarrini così ha inciso sul metallo: “il cuoio” è materiale d’arte, “il rosso” è colore dell’amore, Alfio Vittorio Cappelletti (detto Scamard), ha saputo raccogliere in loro la passione della sua vita.

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