“Start up innovativa”, quando capitalizzare è un’idea

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A cura di Alessandra Di Giuseppe

Sono poche le imprese registrate in Abruzzo e quasi nulle in Val Vibrata

1Ultima frontiera della new economy e vera e propria panacea per gli startupperrs, la start up innovativa è stata introdotta  nell’ordinamento giuridico italiano con d.l. 18 ottobre 2012 n. coordinato con la l. di conversione 17 dicembre 2012 n. 221.

L’Italia riparte dalla innovazione tecnologica, aziende il cui valore aggiunto sta nella capitalizzazione di un’idea, ma solo quella innovativa.

Le start up innovative, nelle fasi iniziali, comportano elevate uscite finanziarie e spesso vanno in sofferenza già nel primo anno di vita, per questo motivo il legislatore ha introdotto una specifica disciplina ed una serie di agevolazioni per questa tipologia di imprese.

Per poter definire una impresa “start up innovativa” deve essere innanzitutto costituita  nella forma di società di capitali, con sede in Italia,  svolgere attività d’impresa da non più di 48 mesi,  controllata almeno al 51% da persone fisiche, con obbligo di fatturazione massima entro i 5 milioni di euro annui; oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, investire in ricerca e sviluppo almeno il 20% del fatturato e avere 1/3 del personale composto da ricercatori. I finanziamenti non durano più di quattro anni.

Presso la Camera di Commercio è istituita una sezione speciale del registro a cui le start up innovative debbono essere iscritte, con esonero del pagamento degli oneri per l’avvio ( imposta di bollo e diritti di segreteria).

La normativa è sensibilmente cospicua in materia di agevolazioni, finanziamenti e deroghe, prevede ad esempio, per gli anni 2013, 2014 e 2015, di detrarre all’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche un importo pari al 19% della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più start up innovative.

2Una delle novità più interessanti è sicuramente il cd. equity crowdfunding,  la raccolta di capitali di rischio sul web ovvero la possibilità di investire nelle start up piccole somme di denaro ottenendo in cambio azioni di quel progetto imprenditoriale.

L’obiettivo è quello di reclutare investitori privati (business angels) che condividano il rischio di impresa; il sostegno pubblico non sarà l’unica risorsa.

Il 2 luglio 2011 la regione Abruzzo, ha aggiudicato ad un raggruppamento temporaneo di imprese, di cui la F.I.R.A. è mandataria e a cui partecipano la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, la Cassa di Risparmio della provincia di L’Aquila, la Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, La Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo e La Cassa di Risparmio della Provincia di Pescara,  la costituzione del Fondo StartUp, StartHope per gli aiuti alle startup innovative abruzzesi. Il valore del fondo è di 9 milioni di euro, ma sul bando è previsto un incremento a discrezione della Regione Abruzzo.

Le domande possono essere presentate a partire dal sessantesimo giorno successivo a quello della pubblicazione sul B.U.R.A. e fino al 30 giugno 2015. L’investimento in capitale di rischio sarà accordato fino ad esaurimento delle risorse finanziarie. La domanda deve essere presentata utilizzando la procedura “on line” all’interno dell’ applicativo web disponibile sul sito www.starthope.it .

L’Abruzzo negli ultimi anni sta puntando ed investendo milioni di euro sulla innovazione, ma resta una delle Regioni con il numero più basso di imprese innovative registrate; stando agli ultimi dati, aggiornati al 07 ottobre 2013, consultabili sul sito www.registroimprese.it, le società abruzzesi iscritte alla sezione delle start up innovative sono 16, al 15° posto rispetto alle altre Regioni; una a Sulmona (Istruzione), quattro a L’Aquila (Ricerca scientifica e sviluppo e Produzione  di software), una a Chieti ( Ricerca scientifica e sviluppo), due a Casoli (Fabbricazione di macchinari e Magazzinaggio e attività di supporto e trasporti), una a Spoltore ( Lavori di costruzioni specializzati) e quattro a Pescara (Produzione di software, Ricerca e sviluppo e Coltivazioni agricole), una a Martinsicuro (Attività professionali, scientifiche e tecnologiche), una a Campli (attività di raccolta, trattamenti e smaltimento rifiuti) ed una a Torricella Sicura (costruzione di edifici).

La Val Vibrata, tradizionalmente popolo di imprenditori, stenta ad inserirsi in questo settore, nonostante sia il terreno fertile dal quale poter ripartire.

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