Il romanico abruzzese in una delle sue espressioni più suggestive

La chiesa di Santa Maria a Vico, situata nel Comune di Sant’Omero, sorge oggi in aperta campagna, su un terrazzo fluviale situato sulla riva destra del torrente Vibrata, che scorre poco a nord rispetto all’edificio. L’edificio costituisce senza dubbio una fonte preziosa di informazioni su un periodo dell’architettura sacra abruzzese, quello precedente all’anno Mille, poco conosciuto nonché pieno di spunti per più ampie ricerche future.

All’ esterno l’edificio si presenta principalmente in mattoni, con la torre campanaria inglobata nella facciata rettilinea, intervento edilizio risalente al Trecento. Interessanti sono il portale con decorazione a bassorilievo con motivi floreali e simbolici (XI-XII secolo) e particolarità quali l’opus spicatum riferibile al X secolo e quasi inedito in Abruzzo, altri elementi decorativi geometrici sono in terracotta. Entrando si scende una piccola scala e l’interno si rivela in pietra, con pianta rettangolare divisa in tre navate da sei colonne in mattoni e travertino, con la navata centrale più larga e più alta delle laterali terminante con un’abside semicircolare. Il tetto è coperto a capriate lignee, il pavimento è in lastre di pietra; piccole finestre dotate di transenne in travertino lasciano appena filtrare la luce, che viene in gran parte dal rosone posto in facciata. Resti di affreschi purtroppo molto scoloriti dal tempo, impreziosiscono l’ambiente.  La cronologia della fabbrica che oggi ammiriamo può essere fatta oscillare tra la fine del X secolo e la prima metà del XII ma la definizione della pieve come chiesa più antica d’Abruzzo, anteriore all’anno Mille, trova il suo fondamento nell’analisi delle fonti e nei risultati degli scavi archeologici, soprattutto recenti.

Il toponimo ha conservato nel nome attuale un prezioso indicatore dell’antica storia del territorio nel quale sorge la chiesa; nell’epigrafe di epoca traianea, il cosiddetto decreto dei cultores Herculis, viene infatti nominato il vicus.

L’iscrizione, oggi sistemata sulla parete della navata destra, testimonia la frequentazione in epoca classica della località, dove si segnala la presenza, in epoca romana, anche di un tempio pagano dedicato ad Ercole. Molti studiosi hanno considerato la chiesa attuale come sorta proprio al di sopra del tempio, mai identificato; ipotesi spesso avvalorata dai numerosi ritrovamenti anche nel territorio circostante di piani pavimentali più antichi, monete, oggetti fittili, epigrafi e arredi talvolta reimpiegati nella chiesa e in altri edifici.

Il sito si identifica quindi come una straordinaria testimonianza della nostra storia, non solo per la presenza dell’edificio ecclesiastico. Nelle adiacenze è iniziata un’importante campagna di scavo che sta rivelando interessanti e preziosi elementi per la ricostruzione della nostra identità territoriale.

Condividi e seguici anche su :

About The Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *