Di Valeria Conocchioli

Paü&Gi prodMarco e Paola “salvano” gli scarti dalla discarica. Che rivivono fra mani creative

È possibile nella società di oggi, zeppa di ogni bene che l’uomo ha mai desiderato, dare un senso nuovo a ciò che ci circonda? Come può qualcosa tornare a vivere in forme diverse e originali? È quello che stanno tentando di fare Marco Di Matteo e Paola Fiori, due ragazzi di Sant’Egidio alla Vibrata con la passione per il riciclo creativo e l’arte in tutte le sue manifestazioni. Cerchiamo di approfondire meglio con loro questo fenomeno sociale in continua crescita:

Envelope for lettersCome avete iniziato ad appassionarvi a quest’arte?

Marco: Tutto è iniziato circa tre anni fa per necessità. Avevamo bisogno di arredare casa contenendo il più possibile i costi e un giorno, osservando i molti scarti abbandonati da industrie e negozi della zona, abbiamo pensato di “corciarci le maniche” e provare a fare qualcosa di diverso trasformando espositori e imballaggi in accessori per la nostra casa. Sicuramente in tutto ciò ha influito anche la nostra passione per l’arte e le conoscenze dovute agli studi in Disegno industriale.

Quali sono le vostre creazioni e che materiali utilizzate?

Paola: Principalmente usiamo scarti di pelle, cuoio, legno e feltro, ma in generale ci avviciniamo a tutto ciò che stuzzica la nostra fantasia. Dopo i primi oggetti di arredamento come lampade, scaffali, mensole e bacheche abbiamo iniziato a creare borsette di feltro, magliette dipinte a mano e ultimamente papillon e collanine.

PoisDiteci qualcosa di più a proposito di un must have della moda maschile come il papillon.

Marco: L’dea del papillon è venuta in mente a Paola che voleva ricreare la sua forma particolare con gli origami. Considerando i materiali che avevamo in quel momento (legno e cuoio) abbiamo pensato di sperimentarli per ricreare questo capo di abbigliamento. Il papillon, come tutti gli altri oggetti, nasce rispettando precise fasi. Dapprima viene fatto uno schizzo dell’idea, poi viene trasferito al pc e, attraverso un apposito programma, adattato alla macchina laser che utilizziamo per tagliare il materiale. Una volta ottenuta la forma prestabilita, rifiniamo il prodotto a mano con carta abrasiva o drimmel e poi lo personalizziamo sperimentando sempre nuovi materiali come smalti, paste modellabili e vernici 3D. Al papillon così ottenuto aggiungiamo poi il colletto, realizzato con gli scampi di stoffa aziendale decorata che riusciamo a reperire. Lo stesso procedimento viene utilizzato per realizzare le collanine da donna. Ci piace poi mantenere il prodotto nel pezzo originale da cui è stato ricavato e, perché no, magari riciclando come contenitore una custodia delle vecchie VHS!

Sperate che questa passione si trasformi in qualcos’altro?

Marco: Abbiamo iniziato con il creare questi oggetti per il puro piacere di dar vita a qualcosa di nuovo e diverso e, visto che piacciono molto, ci stiamo divertendo a regalarli ai nostri amici personalizzandoli (a volte anche in modo buffo) secondo il loro carattere e come noi li percepiamo. Tutto è partito come una passione ma ci auguriamo che possa diventare qualcosa di più, magari un vero e proprio mestiere, visto che, in un momento economico delicato come questo, bisogna continuamente reinventarsi e darsi da fare per riuscire ad emergere.

1175258_533444940060317_623997688_nUn’ultima domanda. Secondo voi, quali possono essere le ragioni sociali dell’aumento di attività come questa?

Paola: Al di là dell’aspetto creativo, come passatempo e mezzo per esprimere la nostra creatività, credo che quello del riciclo creativo sia sempre più un fenomeno sociale dovuto alla necessità di contenere le spese superflue e far fronte ai continui aumenti del costo della vita. Di conseguenza, avanza sempre più la tendenza a voler riciclare e riutilizzare oggetti abbandonati, magari dimenticati per molto tempo in soffitta, per creare qualcosa di nuovo e unico. In sostanza, noi diamo nuove possibilità espressive agli oggetti e, dove gli altri vedono la fine, noi invece vediamo l’inizio.

 

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