C’E’ UN “MICHELANGELO” FRA LE MURA BORBONICHE

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A cura di Anna Di Donato

32 33 ECCELLENZE Faragalli7Antonio Faragalli forgia legno e pietra. Con un passato di musicista

Vive a Civitella del Tronto il nostrano artigiano, conosciuto alle genti come Barracà, pseudonimo ereditato dal padre, indossatore convinto del famoso barracano arabo.

Antonio, classe 1929 vanta una vita da “mastro bottegaio” sospesa tra lavoro, passione artistica e musica.

Entrando nella sua officina si resta ammaliati dalla quantità di macchinari ed arnesi appartenenti ad un ancestrale passato che rivive magicamente tra le mani del suo artefice.

Quando gli viene chiesta l’origine e le radici di questo suo hobby, lui risponde quasi patriotticamente così: “Era il 1978 ed insieme a due miei amici partii per gli Stati Uniti per un tour di organetto, ero suonatore e compositore; in quel mese vissuto tra musica e Bronx vidi sculture in legno così affascinanti che pensai: “ Se sono capaci gli americani sarò capace anch’io o no?” .

32 33 ECCELLENZE  faragalli8La sfida ai dominatori era stata lanciata e, tornato in Italia, integrò la sua attività di falegname con quella dedicata a piccole e grandi sculture.

Tra le opere in legno vanno menzionate quella realizzata con radice di ulivo rappresentante il GRUPPO DI SUONATORI IN VIGNA rispettivamente con clarinetto, organetto e chitarra; il CENACOLO, scolpito su acero ed in via di perfezionamento, LE MANI CONGIUNTE, in segno di fratellanza e non di preghiera, spiega, entrambi sinistre od entrambi destre, una nera ed una bianca, segno di una diversità che esprime però sangue e materia comuni. Ci sono poi infinità di tavolini creati e dipinti da lui stesso, tra cui IL TAVOLO A SCACCHIERA, con fanti, re e regine realizzati con minuziosa perfezione ed infine l’impressionante CANE DAL VOLTO UMANO, testimone dell’indelebile rapporto che lega l’uomo a questo particolare animale.

Non soddisfatto, e perennemente impegnato a soddisfare la sua fame plasmatrice, il Maestro iniziò a scolpire anche la pietra; la scommessa con gli americani l’aveva vinta, ora però doveva dimostrare anche la sua superiorità.

I lavori in pietra sono  realizzati scrupolosamente con pietra civitellese, dai busti fino a giungere alla realizzazione dell’altarino di SANTA MARIA PARVULA sovrapposto ad un’antica fontana in Civitella del Tronto; la Madonnina scolpita è chiamata, da chi ne riconosce il culto, “la picciriella”, in quanto ritrae la Vergine fanciullina e non adolescente ormai donna come è trasmessa dalla tradizione artistica cristiana. Sbalorditivo il BUSTO DI J. KENNEDY ed altri incisi sparsi per le mura civitellesi.

Sedere a tavola di un Maestro è sempre un’emozione gratificante ed in questo particolare caso, la magia del momento è arricchita dalle sagge parole dello stesso quando gli si chiede

Perché non ne ha fatto un business?

Perché non ne avevo bisogno, preferivo regalare più che vendere, il fuoco che mi spingeva a scolpire non agiva per denaro ma per bisogno di creare ed io creavo.

Pensa che i giovani d’oggi possano imparare quest’arte?

Credo di si, sebbene siano interessati ad altro, ma certe cose non si insegnano, vengono a te e le impari da solo, come feci io.

La partecipazione alle mostre d’artigianato ed il plauso conquistato negli anni, ne fanno, a tutti gli effetti, uno scultore affermato, e, nella speranza che la sua maestria non scompaia con lui, lasciamo il nostro artista a terminare le sue opere.

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