Ripoli, storia di 10 mila anni or sono

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Fu senz’altro Concezio Rosa, medico condotto a Corropoli e Controguerra nella seconda metà del ‘800, il primo ad accorgersi dell’enorme potenziale nascosto nelle viscere delle terre della Val Vibrata. In visita ai contadini del suo comprensorio apprese come questi usassero adornare i loro figli o la casa con portafortuna trovati nella terra che chiamavano “sajetti” (saette, fulmini), credendo si trattasse della punta del lampo caduto in terra e divenuto metallo. Rosa si improvvisò così archeologo, affiancando alla sua professione di medico la raccolta e la catalogazione di reperti di ogni genere. Certamente, la sua scoperta più importante la fece in quel fazzoletto di terra chiamato Ripoli, nel comune di Corropoli al confine con Alba Adriatica, dove rinvenne un intero accampamento risalente al neolitico (circa 5.000 a.C.).

Nel lontano 1870 ha dunque inizio il percorso archeologico di un sito che ancora oggi continua a regalare sorprendenti ritrovamenti della nostra storia più antica. E’ recente, infatti, la notizia di una campagna di scavi tenutasi a Ripoli proprio quest’estate. Curiosi di conoscere i particolari dei nuovi rinvenimenti abbiamo interpellato il responsabile degli scavi, nonché soprintendente per i Beni Archeologici in Abruzzo, Andrea Pessina e il presidente dell’associazione Italico Onlus, che si occupa della gestione del sito, Maurilio Migliorati.

“Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che Ripoli abbia dato il nome ad una cultura nota in tutta Europa”. Così il dottor Pessina risponde alla nostra domanda sull’importanza internazionale del locale sito archeologico. Continua spiegandoci che tale cultura è “caratterizzata da bellissime ceramiche dipinte nell’area adriatica tra il 5.000 e il 4.000 a.C. e che, per altro, si trattò di una cultura di notevole espansione diffusasi fino alla Romagna e all’area tirrenica, caratterizzando un primato sulle altre culture.”

Da qui in poi non abbiamo quasi più bisogno di far domande perché il soprintendente, noto come uno dei massimi esperti sull’area di Ripoli, ci spiega ogni cosa con la semplicità appassionata dell’archeologo e la dovizia di particolari dello scienziato. “Gli scavi effettuati dal Rosa a partire da metà ‘800 circa fino alla metà del ‘900 hanno prodotto una documentazione di grande interesse, in particolare negli scavi del primo ‘900 durante i quali sono emerse numerose sepolture tra cui la famosa donna con il cane esposta nel museo di Teramo.” Ci chiarisce inoltre che gli scavi erano fermi da circa 40 anni prima della recente riapertura, sottolineando “l’interesse della soprintendenza per i beni archeologici alla stesura di un’opera e alla realizzazione di un museo in loco con l’accordo dell’amministrazione comunale di Corropoli e dell’associazione Italico Onlus.”

Domandiamo al dottor Pessina quali sono i ritrovamenti più interessanti della campagna 2012. “Le nuove ricerche” risponde “hanno confermato l’interesse neolitico del luogo con il ritrovamento di nuove e numerose ceramiche e soprattutto con nuovi dati rispetto all’economia agricola di queste popolazioni con il ritrovamento di carboni e semi.” Continua raccontandoci che in passato erano già state ritrovate selci scheggiate che denotavano la presenza di un insediamento ben più antico (circa 8.000, 7.000 a.C.). “Si è poi scoperto che non si trattava di ritrovamenti di oggetti isolati bensì corrispondenti a dei resti di più accampamenti mesolitici di cacciatori-agricoltori stabilitisi vicino ad un corso d’acqua che, in fase di esondazione, ha coperto gli stessi di limo sigillando un sito di reperti veramente raro data l’eccezionale conservazione. Su questo pavimento sono stati ritrovati resti di ossa di animali cacciati e scarnificati, conchiglie e resti di tartarughe cacciate e cotte.”

Lei ci ha parlato di museizzazione in loco,ci può spiegare meglio?

“Si potrebbe ipotizzare la nascita di un museo o struttura che ospiti mostre sul patrimonio archeologico abruzzese e/o che ospiti dei corsi di qualificazione per la creazione di nuove professionalità nel campo dell’archeologia. Questo perché uno dei punti cardine è collegare ricerca e sviluppo culturale che in Abruzzo, e nella Val Vibrata in particolar modo, hanno una grande potenzialità.” Aggiunge che “Le ricerche del Rosa avevano interessato tutta la valle perché anche la sua idea era quella di creare qualcosa che fosse al servizio dell’intera comunità della Val Vibrata.”

Il dottor Maurilio Migliorati ci spiega come nel frattempo siano stati avviati dei laboratori di grande interesse per lo sviluppo educativo dei più giovani. Grazie all’intervento dell’archeotecnico Pino Puritani si è potuto ricostruire una fornace per la cottura delle ceramiche simile a quelle utilizzate nel neolitico. Durante i laboratori più di duecento ragazzi delle scuole medie ed elementari del circondario hanno potuto simulare scavi archeologici e la cottura delle ceramiche nel forno appositamente predisposto.

Salutiamo il dottor Migliorati e il soprintendente Andrea Pessina con l’augurio di rivederci alla conferenza stampa di fine anno con i risultati delle recenti ricerche e, perché no, per dare un’occhiata agli stessi reperti ritrovati.

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