A cura di Valeria Conocchioli

A SANT’OMERO TRACCE DEL PASSATO E DELLA TRADIZIONE

I più giovani sicuramente non possono sapere o magari non tutti ricordano che nella nostra zona, grazie alla presenza dei corsi d’acqua, c’erano molti mulini usati nella lavorazione dei cereali o delle olive.
Dal punto di vista tecnico, il mulino è una macchina che produce lavoro utilizzando la forza dell’acqua, del vento o degli animali. È proprio dal contributo di questi ultimi, e precisamente dal mulo, che esso prende il nome di “mulino”. Mentre i primi mulini erano trainati da animali, durante il Medioevo si sono diffusi quelli ad acqua e a vento.
Nel mulino ad acqua parte dell’acqua di un torrente fa forza sulle pale della ruota che, con il suo movimento, mette in moto un’altra ruota di pietra che funge da macina. Poi l’acqua, una volta svolto il suo compito, viene immessa di nuovo nel torrente o utilizzata per irrigare i campi circostanti.
In alcuni casi, a monte, venivano anche costruiti dei piccoli laghi per permettere il funzionamento del mulino anche durante i periodi di magra.
Uno dei motivi per cui la nostra zona è così fertile dal punto di vista agricolo potrebbe essere rintracciato proprio nella presenza, in passato, di questi antichi mulini ad acqua.
Esemplari di queste costruzioni, troppo spesso lasciate nel dimenticatoio dalla società moderna, si rintracciano lungo tutto il corso del Salinello. In particolare, nella nostra zona, possiamo segnalare gli antichi mulini ad acqua di Villa Ricci, frazione di Sant’Omero. Sicuramente non è stato facile localizzarli e, tantomeno, fare qualche foto, dal momento che si tratta, almeno in questo caso, di costruzioni lasciate all’abbandono e oramai quasi circondate da arbusti, sterpi e spine. Grazie all’aiuto di due cittadini del luogo, sono riuscita non solo a rintracciarli ma anche a farmi spiegare che in passato a Villa Ricci c’erano ben tre mulini, tutti alimentati da un unico corso d’acqua che era stato deviato dal torrente principale. È curioso che all’inizio del XX secolo l’abitato, proprio per la presenza dei mulini ad acqua, fosse il centro propulsore dell’economia di tutto il comune

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