Il museo della civiltà contadina in Val Vibrata

museo1

A cura di Virginia Cichetti

Al civico 26 della frazione San Giuseppe di Controguerra esiste, ormai da molti anni, un’azienda agrituristica impegnata in numerose attività di valorizzazione del territorio. La struttura è una tipica abitazione rurale con più di duecento anni di vita, rinnovata assieme alle varie dependance e al capannone per la raccolta del fieno dai proprietari Amerigo Rasicci e Diana Tatone. Dal loro amore per la terra e per la cultura (lei era docente di lettere e filosofia, lui impegnato nelle attività dei vari Centri Servizi Culturali della provincia), è nata un’azienda unica nel suo genere e che può definirsi contemporaneamente: agriturismo, azienda vitivinicola e fattoria didattica.

museo2Oltre all’accoglienza di turisti da tutta l’Europa e alla produzione di vini biologici, da “lu feschiuole” (questo il soprannome dei Rasicci), è possibile visitare il piccolo museo della civiltà contadina in Val Vibrata. Il nostro cicerone, il signor Amerigo, ci spiega che il museo è nato negli anni ottanta dalla raccolta di attrezzi agricoli su tutto il territorio Vibratiano. Questi sono andati a unirsi a quelli già in possesso della famiglia Rasicci contribuendo alla nascita di un percorso didattico particolarmente significativo per il nostro territorio.

Nel capanno del fieno, che oggi ospita la raccolta, si possono ammirare una gran quantità di materiali che testimoniano le tipiche attività agricole del passato, oltre alle varie attrezzature casalinghe e a quelle del falegname, del ciabattino e di tutte quelle attività che facevano parte della vita quotidiana dei nostri bisnonni.

museo3Molto ben sviluppati sono i percorsi didattici che riguardano il ciclo del vino, del grano e quello della canapa. Quest’ultimo in particolar modo ha assunto un ruolo centrale nella storia del museo grazie alle molte interviste e ricerche approfondite che il signor Amerigo svolse negli anni ottanta assieme all’allora direttore del Centro Servizi Culturali di Teramo. Dai loro studi, nel 1988, nacque un libro che la casa editrice Carsa di Pescara pubblicò con il titolo “La canapa in Val Vibrata e la sua funzione economica e socio-culturale” a cura del professor Giuseppe Di Domenicantonio. Museo e libro vogliono sottolineare l’importanza della tessitura della canapa nello sviluppo dell’industria dell’abbigliamento sul territorio del fiume Vibrata.

Gli attrezzi per la filatura e la raccolta sono accompagnati dalle molte immagini e testimonianze che confermano la presenza di coltivazioni di canapa in quasi tutte le famiglie contadine dell’epoca: “Tutti i contadini mettevano la canapa. Più erano le ragazze da maritare e più era la canapa messa” (Testimonianza della signora Amina di Colonnella).

Nella proprietà è anche da segnalare la piccola chiesa di San Giuseppe Lavoratore costruita nel 1959, al cui interno è custodita un’opera del maestro bolognese Giorgio Gallingani.

Il museo, assieme all’intera azienda agrituristica, è una perla della Val Vibrata, testimonianza della memoria storica rurale del nostro territorio, che i suoi bravi gestori tengono a tramandare alle nuove generazioni.

Condividi e seguici anche su :

About The Author