DALLA RETE DA POSTA A PALAFITTA AL PRIMO MOLO

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Anche Giulianova ricorda i suoi trabocchi e il primo braccio a mare

Di Alfonso Aloisi

Quando alla fine degli anni Trenta si ebbe una vera e propria rivoluzione nel settore della pesca con l’avvento della motorizzazione, si crearono conseguentemente più moderne occasioni favorevoli per il comparto ittico. Ma la cosiddetta modernizzazione non ha indebolito l’entusiasmo per il “trabocco” e per il “saliscendi”. Anzi, durante l’ultimo conflitto mondiale, a causa della requisizione delle barche per motivi militari, i titolari delle “bilance” hanno assicurato alla popolazione la possibilità di procurarsi il pescato di giornata quando l’Adriatico, tra l’altro, era molto più generoso di oggi. Nel giugno del 1940, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l’attività portuale risentì sensibilmente degli effetti del conflitto. Tutte le barche a motore con stazza lorda superiore alle trenta tonnellate, tra cui il Vittorio Veneto, il San Vincenzo, il Fedel Franco, il Santa Lucia ed il Gildamadre, vennero letteralmente trasformate ed impiegate come posamine. Sulla scorta di tali scelte obbligate, la paranza, la sciabica, la lampara ed il saliscendi hanno vissuto all’epoca una seconda giovinezza diventando di nuovo i protagonisti del mare, ormai unica scelta per rifornire di pesce la provincia teramana.

Molo nord anni '50 con trabocchi non più esistentiIl “saliscendi”, da qualcuno chiamato erroneamente “caliscendi”, con la sua inconfondibile struttura a bilancia protesa   verso  il  mare, appartiene  alle  tradizioni delle genti che vivevano sulla costa. Questa macchina da pesca da sempre ha portato con sé un fascino molto particolare caratterizzato da stati dell’animo molto particolari e visioni suggestive sprigionando intime atmosfere. Del resto proprio il paesaggio, costituito quasi esclusivamente dal mare fino all’orizzonte, tende comunque alla immediata poesia. Il “trabocco” per certi versi costituisce la memoria del vissuto ed è nel contempo custode di quell’ambiente di cui l’uomo è sempre più alla ricerca affannosa. Il “saliscendi” sopperisce ad un’altra funzione e cioè si trasforma in luogo di aggregazione, di socializzazione e punto irrinunciabile di ritrovo per appassionati pescatori, ma anche per semplici curiosi spettatori.

Trabocchi (2)Queste ed altre ragioni hanno indotto il legislatore a prevedere una vera e propria normativa per i “trabocchi da molo” presenti lungo la costa abruzzese a Giulianova, Pescara, San Vito Chietino e Vasto. Infatti, con la legge regionale numero 38/2010 è stata disciplinata l’equiparazione dei “saliscendi da molo” ai “trabocchi” della costa frentana, questi ultimi già disciplinati da una legge abruzzese precedente (93/1994) che prevedeva un piano di riqualificazione e conservazione degli stessi. Del resto,   il loro impiego da tempo immemorabile ha consentito in passato di far affermare un’attività artigianale rilevante per l’economia locale. I “saliscendi” o “caliscendi” furono realizzati quasi immediatamente dopo l’inizio della costruzione del porto che avviene nel 1913, circa cinquanta anni dopo l’unità d’Italia. Fu l’allora sindaco di Giulianova Giuseppe de’ Bartolomei che, grazie all’appoggio dell’onorevole Roberto de Vito, realizzò i primi 180 metri dell’attuale molo sud verso il largo in direzione nord-est. L’opera si rese necessaria per contrastare l’avanzata continua della ghiaia trasportata dal fiume Tordino soprattutto nei periodi di piena. Già con la realizzazione del primo tratto di molo iniziò l’occupazione del versante meridionale, e successivamente anche settentrionale, da parte dei saliscendi. Pescare era diventato molto più facile e tranquillo: tutto avveniva dalla terraferma e senza l’onere di affrontare il mare aperto con i rischi che l’attività di marinaio comportava. Significativa una cartolina  del 26 agosto del 1923  inviata a tale Lina Sartori di Vittorio Veneto raffigurante due eleganti signori che passeggiano proprio sul neonato porto tra due ali di saliscendi.

Successivamente il porto si sviluppò ulteriormente fino a costituire l’attuale ampio bacino. Ovviamente al consolidamento portuale in termini di estensione seguì anche la veloce occupazione da parte dei titolari delle bilance da pesca soprattutto in direzione del mare aperto. Col tempo i saliscendi diventarono delle vere e proprie “dependance” per gli appassionati ed i loro amici. E dunque, man mano, non solo pesca, ma anche una partita a tresette o a briscola per ammazzare il tempo od anche un succulento pranzetto a base di pesce per addomesticare l’appetito generato dalla brezza marina. Attorno alle macchine da pesca a posto fisso è fiorita una certa letteratura legata a fatti, avvenimenti, storie personali e passioni per il mare e la sua immensa poesia. Una delle tante è legata ad un noto personaggio giuliese che da giovane, per lavoro, ha dovuto girare il mondo per poi, una volta tornato in patria, rifugiarsi nel suo “saliscendi” circondato da pace, tranquillità, amici, curiosi di passaggio e ovviamente dall’azzurro del mare. Parliamo di Emilio Di Carlo detto Gino e conosciuto anche come “il greco”. Esperto di realizzazioni di nuove linee per il trasporto dell’elettricità, è stato in quasi tutti i continenti ad iniziare dalla permanenza in Sud Africa (regione Virginia) per circa undici anni a partire dal 1969.

Anni '60 trabocchi sul molo nord (scomparsi)Poi in Tunisia, ad Hammamet e Sfax per altri tre anni ed in Messico per un anno. Ancora in Arabia Saudita (Jedda), poi una breve parentesi in Sicilia e quindi la Grecia (Atene e Salonicco), sempre alle dipendenze della Società Anonima di Elettrificazione come capo cantiere. Proprio nell’ultimo periodo lavorativo, tra un viaggio e l’altro verso l’estero, Gino Di Carlo decide di coronare il suo sogno con l’acquisto del “saliscendi” con annessa struttura di supporto. Ogni giorno, con qualsiasi tempo, Gino Di Carlo è lì. Torna a casa solo per la pausa pranzo ed all’imbrunire.

Il Comune di Giulianova, dopo l’approvazione della legge regionale “Ruffini-Rabbuffo” dell’estate 2010, a febbraio scorso ha recepito l’importanza del provvedimento teso al recupero, alla salvaguardia e alla valorizzazione dei trabocchi da molo della costa abruzzese. La Giunta comunale, oltre a tutelare il patrimonio storico-culturale che da sempre ha caratterizzato il porto di Giulianova, ha inteso recuperare anche i “saliscendi” a suo tempo demoliti, conferendo mandato specifico al dirigente competente al fine di effettuare un censimento globale, tra passato e presente, includendo anche i trabocchi realizzati tanti anni or sono sugli scogli del molo nord non più in vita.

 

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