L’entroterra teramano in ginocchio: la conta dei danni fuori dal “cratere”

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campliTERAMO – Si aggrava il bilancio nelle aree interne della provincia teramana: centri storici evacuati, edifici pubblici e privati lesionati, luoghi di culto chiusi, il numero degli sfollati in continuo aumento. In molti comuni risulta compromesso il 70%-80% del patrimonio edilizio. Oltre alla gestione dell’emergenza i primi cittadini sono impegnati in queste ore nella gestione della paura: in tanti cercano ricovero nelle strutture di accoglienza allestite che necessitano di brande e altro materiale.

container-colledara_ornanoA tracciare il punto della situazione e degli ingenti danni ad oggi registrati sono intervenuti questa mattina al Consorzio Bim in conferenza stampa congiunta i sindaci dei comuni dell’entroterra teramano rimasti fuori dall’area del cratere individuata dal Governo nel decreto legge per la ricostruzione post terremoto dello scorso 24 agosto. Finora, e le stime sono solo provvisorie – in base a quanto affermato ad una sola voce da tutti i primi cittadini – la situazione risulta ben più grave di quella del terremoto del 2009, soprattutto in seguito alla scossa del 30 ottobre:

“A Campli – dichiara il sindaco Pietro Quaresimale – contiamo ad oggi 140 sfollati, tutte le chiese sono inagibili, in particolare il Duomo, chiuso il Museo archeologico e parzialmente la sede municipale. La chiusura del vecchio ponte di Nocella obbliga ad una viabilità alternativa, con percorso più lungo di 5 chilometri. Stiamo monitorando gli otto plessi scolastici presenti sul territorio”. Come sede di ricovero notturno è stato allestito il Palazzetto dello Sport, dove dormono le 140 persone assistite dalla Protezione Civile, ma il comune di Campli ha bisogno di altre brandine e di una tensostruttura per le funzioni religiose.

isola2Anche a Colledara situazione fortemente critica: “Abbiamo ad oggi 124 sfollati – dichiara il sindaco Manuele Tiberii –, la situazione è peggiore del 2009, quando ne contavamo 80.  Anche a Colledara sono chiuse tutte le chiese, tranne San Giorgio di Ornano e quella di Chiovano. Tre zone rosse e una frazione totalmente interdetta al traffico, Villa Ilii”.

Nel borgo della ceramica, Castelli, è stato chiuso in via precauzionale tutto il centro storico, sgomberate le botteghe artigiane e le attività commerciali che vi insistono. Ad oggi vi sono 50 sfollati tutti ricoverati a Castelli, nelle strutture ricettive locali e nei tre punti di accoglienza notturna appositamente allestiti: “Le attività produttive rischiano di scomparire – è l’allarme del sindaco Rinaldo Seca –, così come la nostra grande tradizione artistica in quanto pochi ceramisti ormai sono nella condizione di poter lavorare. Abbiamo avuto una grande dimostrazione di generosità dei castellani residenti all’estero che hanno messo a disposizione le loro case”. E’ attesa per oggi la visita al borgo del vicepresidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli.

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“Appare evidente –afferma il sindaco di Torricella Sicura, Daniele Palumbi – che ad oggi il nostro è il comune più colpito, con 263 sfollati certificati e 110 ordinanze di inagibilità. I terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre hanno danneggiato il 70% del patrimonio urbano rendendo necessari interventi di riparazione e messa in sicurezza. Il nostro Comune ha pienamente i requisiti per rientrare nell’area del cratere”. Nove i luoghi di culto chiusi e il 90% di inagibilità dei fabbricati in via Martiri Ungheresi e via Scarponi. Il sindaco Palumbi segnala anche che si susseguono tentativi di furti ed episodi di sciacallaggio, di cui è stata prontamente informata la Prefettura.

Anche ad Isola del Gran Sasso evacuato tutto il centro storico: “Oggi contiamo 30 famiglie sfollate – spiega il sindaco Roberto Di Marco -, più una decina nelle frazioni. La Chiesa Madre è totalmente inagibile, l’80% dei fabbricati lesionati e la scuola media, che ha riportato danni strutturali, non riaprirà sicuramente lunedì, per cui stiamo cercando una sistemazione alternativa. A San Gabriele è stata allestita una tendopoli per il ricovero notturno di 200 persone, ma le condizioni meteo rendono necessario reperire in breve tempo una struttura più adeguata”.

Molto grave la situazione anche nella Valle Siciliana: “Ad oggi 105 ordinanze di evacuazione-  è il bilancio del primo cittadino Franco Tarquini -, 30 persone sistemate nelle strutture alberghiere, mentre 25 nuclei familiari hanno richiesto il contributo di autonoma sistemazione. Per le persone fuori casa abbiamo assicurato 5 centri di accoglienza riscaldati ma siamo veramente in ginocchio, anche per il mancato trasferimento delle somme dovute dallo Stato per minori introiti o maggiori oneri per i comuni del cratere del 2009, fermi al 2014, che rende difficile la chiusura del bilancio”.

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“A Castel Castagna – è il resoconto del sindaco Rosanna De Antoniis – ho firmato ad oggi 10 ordinanze di inagibilità. Abbiamo allestito due punti di raccolta per la popolazione con tende e container reperiti con grande difficoltà. In parte chiuso il centro storico così come gli edifici di culto, siamo in attesa delle verifiche per prendere decisioni riguardo l’abbazia di Santa Maria di Ronzano”.

La situazione è rimasta invariata a Fano Adriano e Pietracamela: “Anche perché – spiega il sindaco di Fano, Adolfo Moriconi – abbiamo l’80% di non residenti, sicuramente siamo molto preoccupati dai risvolti socioeconomici, il problema è che da noi non tornerà più nessuno!”. Una ventina di persone dormono fuori casa anche a Pietracamela e si registrano aggravamenti su edifici già lesionati. “L’incombenza più gravosa – sottolinea il sindaco Michele Petraccia –, oltre alla gestione dell’emergenza, ora è la gestione della paura. Le persone sono terrorizzate, anche da noi c’è bisogno di più brandine, per le altre necessità abbiamo finora provveduto con i nostri mezzi”.

“Non può restare inascoltato il grido di dolore delle aree interne, provate duramente dagli ultimi eventi sismici e dal perdurare dello sciame – è la sintesi del presidente del Consorzio Bim, Franco Iachetti -. Al dramma dei danni del terremoto questi Comuni aggiungono quello dello spopolamento e della disgregazione del tessuto socioeconomico. E’ necessaria una forte attenzione a tutti i livelli istituzionali, il Bim è pronto a fare la sua parte per il sostegno concreto a questi Comuni”.

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