Betafence,  Sindacati: “Necessarie soluzioni alternative ai licenziamenti”

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Betafence,  Sindacati: “Necessarie soluzioni alternative ai licenziamenti”

La conferma dei licenziamenti da parte di Betafence preclude una trattativa sostenibile per il sindacato, servono e vanno trovate soluzioni alternative

 

TORTORETO Si è tenuto oggi in videoconferenza l’incontro con l’azienda Betafence al tavolo convocato dal Mise, a distanza di 6 settimane dall’ultimo incontro, a cui erano presenti il MiSe stesso, il MinLav, Invitalia, l’azienda, le Organizzazioni sindacali nazionali e territoriali e le istituzioni locali. “Nell’interlocuzione iniziale tra il Mise e l’azienda, quest’ultima ha ribadito l’intenzione di voler ridimensionare lo stabilimento di Tortoreto, investendo esclusivamente in una linea produttiva e chiudendo le altre attuali linee presenti, mantenendo sostanzialmente i licenziamenti per una parte consistente dell’attuale forza lavoro presente. Il MiSe ha chiarito, attraverso le dichiarazioni della sottosegretaria Todde, come lo stesso non sia disponibile a erogare sostegni economici a fronte di un piano che preveda licenziamenti per il sito di Tortoreto, concludendo che il tavolo verrà riconvocato quando l’azienda presenterà un piano sostenibile e condivisibile tra le parti. Come Fim-Fiom-Uilm crediamo che questa di oggi sia una situazione surreale. Dopo 6 settimane dall’ultimo incontro, l’azienda si presenta al tavolo senza numeri, senza un piano industriale credibile, confermando i licenziamenti e richiedendo inoltre finanziamenti pubblici. È un atteggiamento inaccettabile e irrispettoso nei confronti di un tavolo istituzionale e dei lavoratori di Tortoreto. In questi mesi, dall’annuncio di chiusura dello scorso luglio, l’atteggiamento aziendale ha soltanto depauperato le prospettive economiche e l’appetibilità di uno stabilimento senza crisi produttive negli ultimi anni. La conferma dei licenziamenti da parte di Betafence preclude una trattativa sostenibile per il sindacato, servono e vanno trovate soluzioni alternative a livello istituzionale attraverso un confronto solo con coloro che seriamente vogliono la continuità produttiva e occupazionale per lo stabilimento di Tortoreto.”

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