Alba Adriatica, la burocrazia oltre la morte: il caso di Alda Spinelli

Un regolamento cimiteriale blocca il ricongiungimento con il marito, la famiglia costretta a una lotta legale per rispettare le ultime volontà
ALBA ADRIATICA La storia di Alda Spinelli, deceduta il 4 gennaio all’età di 74 anni, ha suscitato un’ondata di indignazione per il comportamento della burocrazia che ha impedito il rispetto delle sue ultime volontà. Dopo aver lottato a lungo contro una malattia, con il sostegno costante dei suoi figli, Alda desiderava essere sepolta accanto al marito, Anacleto Di Giorgio, deceduto molti anni prima.
La signora Spinelli, vedova giovanissima, aveva sempre dedicato la sua vita alla famiglia, tra sacrifici e stenti, ma con un unico, grande desiderio: ricongiungersi al marito nella morte. Avvia le pratiche per ottenere un loculo presso il comune di Alba Adriatica, effettuando l’acquisto attraverso due versamenti sul conto corrente comunale. Tuttavia, con grande amarezza, la famiglia scopre che il loculo che le era stato inizialmente assegnato è stato concesso a terzi.
Con il cuore pesante, la signora Alda si rivolge a un avvocato del Foro di Teramo per cercare di recuperare la somma pagata. Negli ultimi mesi di vita, Alda aveva espresso più volte il suo desiderio di essere sepolta accanto al marito, ma nonostante i numerosi tentativi della famiglia di riavviare la pratica, la risposta è sempre stata la stessa: “Il regolamento non lo permette. L’assegnazione viene effettuata solo alla morte.”
Di fronte alla dolorosa situazione, i familiari decidono di visionare il regolamento comunale e scoprono che l’articolo 79, punto 4, stabilisce che, se la richiesta per un loculo adiacente al coniuge defunto viene fatta dal coniuge ancora in vita, di età superiore o uguale a 65 anni, la concessione avviene solo al momento del decesso dell’altro coniuge. Una norma che di fatto impedisce ad Alda di essere sepolta vicino al marito prima della sua morte.
L’intervento del Coordinamento Codice Rosso, presieduto da Adele Di Rocco, ha cercato di fare luce sulla vicenda. Dopo aver incontrato la responsabile dell’ufficio cimiteriale, il Coordinamento ha proposto l’acquisto di due loculi, lasciando al Comune la piena disponibilità del loculo dove riposa Anacleto Di Giorgio. La risposta, tuttavia, è stata negativa: “Possiamo concedere solo un loculo in un sito diverso da quello del marito.”
Adele Di Rocco ha dichiarato: “Questo è un chiaro esempio di come tanti comuni stiano adottando soluzioni provvisorie per far fronte alla carenza di posti cimiteriali. È necessario un intervento mirato, più fondi destinati a garantire il rispetto dei costumi cristiani e la dignità dei cittadini. La cremazione non può essere l’unica alternativa per chi desidera il ricongiungimento con un familiare di primo grado.”
Nonostante le difficoltà e il dolore, i familiari sono stati costretti ad acquistare un loculo che non rispetta le volontà espresse dalla madre. “Siamo costretti a fare questa scelta, ma continueremo a lottare affinché il regolamento venga modificato e nessun altro cittadino albense debba affrontare una simile sofferenza,” dichiarano i figli di Alda Spinelli.
I familiari intraprenderanno vie legali per farsi che questo regolamento venga al piu’ presto modificato e che nessun cittadino albense possa subire tale sofferenza auspicando che la legge riconosca le volontà di Alda Spinelli.