Giordana Galli, tra disegni e magia

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Giordana Galli

A cura di Virginia Ciminà

Un foglio bianco e matite colorate pronte per incontrarsi in un gioco incantato di colori. Questa è Giordana Galli, nata a Trento ma trasferitasi poi a  Martinsicuro e da qualche anno portata dal cuore ad Ascoli Piceno.

Rapiti da questa esplosione di colori torniamo un po’ bambini e ci facciamo due chiacchiere con questa emozionante artista.

Come nasce la tua passione per il disegno?

Ho ereditato da mio padre l’amore per l’arte e per il canto. Ho cominciato a disegnare sui muri di casa all’età di 4 anni poi ho cominciato a disegnare inventando vestiti. All’inizio volevo fare la stilista di moda.

Che percorso di studi hai fatto?

 Mi sono diplomata Maestro d’Arte e delle Arti Applicate (sezione grafica) all’Istituto d’Arte O. Licini di Ascoli Piceno. Poi ho frequentato dei corsi di illustrazione per l’infanzia e del libro a Bordano (Udine) con l’illustratrice Nicoletta Costa e il maestro russo Nikolaj Popov; a Padova ho partecipato ad un seminario sull’illustrazione americana; a Trento (la mia città natale) ho frequentato il corso intensivo d’illustrazione promosso dall’editore Arte e Crescita. Partecipo costantemente a concorsi nazionali e internazionali come “Scarpette d’oro” dove nel 2006 sono stata selezionata con premio speciale fascia d’età 0-6 anni. “Scarpette di cenerentola” dove sono arrivata finalista, a Pasiano di Pordenone con “Immagini per una favola”, poi ci sono “Accademia Pictor”, a Prato con “un Prato di fiabe”, a Cesenatico con “Trofeo Vela d’Oro per l’Arte”.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Le mie fonti di ispirazione sono soprattutto le “sensazioni”. Soprattutto il contatto costante con le mie due figlie mi dà lo “stimolo” per creare!

Forma, colore, concetto, da dove inizi di solito a concepire un disegno?

Prima di cominciare a realizzare un disegno devo avere in mente già l’idea nella mia testa. Inizialmente parto dalla forma, prediligo le forme morbide, rotonde e gentili che schizzo prima a matita per poi passare al colore.

Come definiresti il tuo stile di disegno?

Credo di poter definire il mio stile piuttosto allegro dal tratto morbido e arrotondato. Certamente credo il mio stile è adatto ad un target anagrafico piuttosto giovane (scuola dell’infanzia e scuola primaria) per le forme semplici, il colore forte. Amo dare tinte forti e vivaci ai miei disegni!

Tra i tuoi progetti e le tue pubblicazioni passate, qual è il lavoro che è riuscito a restare maggiormente nel tuo cuore e perché?

In generale sono soddisfatta di quasi tutti i miei lavori. Ce n’è qualcuno in particolare che mi è rimasto nel cuore, il libro “Ma dove dormono le farfalle…?”delle autrici Annalaura Botti e Giusy Rinaldi; Un’altra collaborazione a me cara è stata per il libro “Continua tu…” dell’autrice Antonella Picciotti. Un altro lavoro che mi ha dato davvero soddisfazione è stato quello di decorare le stanze dell’asilo nido Gianni Rodari di Montale (Pistoia).

Un altro lavoro divertente che ricordo è quello per i libri-giocattolo “Lost Little Larry” e “Noah’s Ark” per Stanborough press (un editore inglese con cui ho collaborato).

Stai lavorando ad altri progetti? Mostre? Collaborazioni?

Si, ho diversi progetti che voglio realizzare! Ho appena concluso un lavoro per la realizzazione di un libro. Pochi giorni fa è terminata la mia personale di illustrazioni presso la Libreria Rinascita ad Ascoli Piceno; In cantiere ci sono dei laboratori per bambini che farò nel mese di dicembre e marzo fuori città. Ho alcune proposte in primavera! Mi piace anche realizzare murales per camerette di bambini e per negozi. Ho condotto il laboratorio “Dire, Fare, Creare” nella scuola “Miniera delle Arti” ad Ascoli Piceno, e il laboratorio “Zucchero Filato” di tre giorni a Polla (Salerno) in occasione della fiera del libro della cittadina insieme a Giusy Rinaldi.

Progetti futuri?

Lavorare per qualche editore italiano importante (Mondadori ragazzi, Giunti, Feltrinelli) ma punto soprattutto all’editoria straniera (il Giappone e la Korea). Sicuramente continuerò questo mestiere perché è parte di me (visti anche i tempi difficili), come si dice “creare è dare una forma al proprio destino.”

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