Il romitorio di San Michele

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In località Ripe di Civitella,

alle porte della valle del fiume Salinello che si snoda tra i monti Gemelli, la natura è talmente generosa da essere degna di un mistico.

Proprio lì, nella roccia calcarea della montagna dei Fiori, è scavata la più grande grotta d’Abruzzo dedicata al culto dello spirito. Il posto, noto col nome di grotta di Sant’Angelo a Ripe ha origini molto antiche: al suo interno sono stati rinvenuti resti del periodo della pietra (10000 anni a. C.), del bronzo (2000 a. C.) e del ferro (1000 a. C.). A quell’epoca la grotta era utilizzata con ogni probabilità come luogo di riparo mentre, a partire dal Medioevo, divenne ufficialmente luogo di culto come dimostrato da un’incisione datata 1236 rinvenuta su una lastra al suo interno (MCCXXXVI-VI KALENDAS IULIIS – MAGISTER PETRUS SOLITI). Per la precisione la grotta fu dedicata al culto di San Michele Arcangelo noto anche come Sant’Angelo.

La venerazione del Santo si diffuse in tutto il centro-sud Italia durante il periodo di occupazione dei Longobardi (568-774) popolazione pagana poi convertita al cristianesimo.

Oltre a quella di Ripe esistono, infatti, numerose altre grotte in Abruzzo e Molise dedicate sempre a San Michele. Questi è storicamente noto come l’arcangelo che, brandendo una spada, sconfisse il demonio: l’iconografia che lo rappresenta è perciò strettamente legata all’ immagine della grotta, considerata l’antro all’ interno del quale il diavolo (anche raffigurato come drago) si era rintanato dopo la cacciata dal paradiso.

L’ambiente all’interno della grotta è caratterizzato da un grosso spazio occupato dai resti di due altari.

Da qui, una serie di cunicoli si snodano verso il centro della montagna; uno di questi è chiamato “passaggio della capra”, la tradizione vuole che una capra abbia attraversato il monte da parte a parte avventurandosi proprio per quello stretto cunicolo.

Tutt’oggi oltre a dare l’impressione di essere un luogo senza tempo, il Romitorio di San Michele è un posto che regala panorami mozzafiato, degni dello sguardo di un mistico appunto.

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