QUANDO LA TRADIZIONE INCONTRA IL “NUOVO”
Al tempo della mezzadria nelle nostre zone il contadino coltivava i terreni dei padroni, non senza qualche ingiustizia. Il bracciante, quando poteva, cercava di arrecare fastidio con gesti di ribellione che sapeva essere poco graditi a chi li comandava. Pur non essendo proprietario del terreno, però, il contadino impiegava tutte le sue forze nel lavoro, come nel periodo della mietitura e della trebbiatura che oltre a rappresentare il passaggio ultimo del ciclo del grano, era anche un momento di unione sociale.
Oggi il processo di industrializzazione e meccanizzazione ha reso tutto molto più veloce e meno aggregativo, non c’è più bisogno di essere in tanti perché le macchine agricole non necessitano di tanta forza lavoro. Allora la mietitura del grano in pieno luglio quando le cicale cantavano fino a sera ed i contadini che inneggiavano canzoni partigiane in segno di dissidenza nei confronti dei padroni, sembrano essere solo un lontano ricordo di chi ha vissuto quei momenti. Ed è proprio la volontà di recupero della memoria storica che ha portato alla nascita di una manifestazione come quella della Sagra della cucina contadina.
L’idea è nata quattro anni da un gruppo di amici dell’Associazione Contrada Basciani di Alba Adriatica, che con nostalgia ricordavano le abitudini contadine. Prendendo spunto da altre rievocazioni hanno deciso di dedicare tre giornate, alle antiche tradizioni messe a confronto con le nuove e tecnologiche modalità di lavorazione. A destare curiosità e ammirazione, soprattutto da parte dei più giovani, sono stati gli utensili agricoli, appartenenti agli anni ’50-’60 e messi a disposizione da Franco di Bernardino. Ha stupito anche un vecchio Landini appartenente agli anni ’30 che ha messo in moto una trebbiatrice degli anni ’50
Un curioso spettacolo è stato quello dei nonni che spiegavano, con un velo di nostalgia, le funzioni dei vari oggetti ai nipotini. Il tradizionale che si incontra con il nuovo, due mondi apparentemente così lontani sono stati avvicinati dal recupero di una tradizione piena di folklore. Anche l’aspetto gastronomico ha rappresentato un tuffo nel passato, riportando alla memoria degli spettatori quando si mangiava seduti a terra, ed il piatto principe era l’oca o come mi dicono “lu paparò”, scelto perché riusciva a sfamare tutti i commensali.
L’appuntamento si è svolto nelle giornate del 4-5-6 luglio ed è un evento annuale che cresce sempre più per importanza e prestigio e si chiuderà lunedì 14 luglio con lo spettacolo teatrale “L’amor’ quand’ arriv’n’goce!” a cura della compagnia teatrale “La porta girevole”. Inizio ore 21.00, via Ascolana, Alba Adriatica.
Foto di Gianluca e Franco Luzi

