Start up, iniziare è una…impresa

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A cura di Alessandra Di Giuseppe

Se nella vita i soldi non fanno la felicità, in economia aziendale i soldi non fanno l’imprenditore!

22 23 IMPRENDITORIA start-upLe start up, l’insieme delle operazioni che danno avvio ad un’impresa, rappresentano i processi iniziali che faranno di una piccola azienda una grande azienda, una sorta di scheletro che farà da sostegno alla futura struttura imprenditoriale.

Oltre alle idee, alla creatività ed ai buoni propositi, l’imprenditore necessita di numerose informazioni nonché sostegno esterno: spesso la mancanza di conoscenza e di piani mirati per i finanziamenti rischia di bloccare una impresa agli esordi.

Ma qual è la procedura con la quale i fondi pubblici sono erogati in favore delle start up imprenditoriali?

Lo abbiamo chiesto direttamente ad uno dei maggiori esperti di start up di impresa in Abruzzo,  il consulente Maurizio Corini, il quale ha operato nell’ ambito di tutte le principali leggi di agevolazione finanziaria a livello nazionale e della regione Abruzzo.

“Qualunque sia l’ente erogatore, la procedura inizia con la pubblicazione di un bando di gara che fissa gli obiettivi e la data di scadenza per la presentazione delle domande. La pubblicazione avviene sul Bollettino Ufficiale e sui siti internet istituzionali degli enti interessati. La circolazione delle informazioni continua però ad essere un punto debole del sistema, nonostante la notevole diffusione di internet. L’Ente Pubblico con procedura interna nomina un Comitato di Valutazione che deve valutare formalmente e nel merito i progetti e decidere quali finanziare e quali no. E’ questa una fase molto delicata, che condiziona l’efficacia dello strumento di agevolazione e la qualità dell’intervento. Terminata la fase istruttoria, l’Ente erogatore pubblica la graduatoria delle domande di finanziamento. La materia è molto complessa; i dati sulla mortalità delle start up, soprattutto giovanili, dimostrano che finora non sono stati centrati affatto i veri problemi nè i fattori critici del sistema, con il rischio di sperperare fondi pubblici in un momento in cui le risorse a disposizione scarseggiano. La profonda revisione del sistema degli incentivi, che sta interessando sia il livello nazionale sia quello regionale con l’introduzione di misure specialistiche (come le Reti, i Poli di Innovazione ecc.), rappresenta una vera opportunità da cogliere assolutamente per riformare e qualificare il sistema rendendolo più efficace e meglio accessibile alle start up, che possono così diventare una risorsa importante nel quadro delle politiche attive del lavoro.”

I soldi pubblici finalizzati alle imprese con quali criteri vengono gestiti e soprattutto tutti gli imprenditori hanno eguale possibilità di accedervi?

E’ evidente che il processo di accesso ai finanziamenti presenta diverse criticità, sia nella progettualità dei bandi di gara, che nell’elaborazione del piano aziendale da parte degli imprenditori.

Le problematiche principali non risiedono soltanto nello start up ma soprattutto nella mancanza di azioni propositive da parte delle istituzioni quali, ad esempio, l’azzeramento delle barriere agli entry/exit di capitale, il passaggio ad una burocrazia basata sul web, la creazione di un legame tra università e mondo dell’imprenditoria; infine, sarebbe auspicabile una maggiore visibilità alle opportunità di investimento che gli enti locali offrono.

I casi virtuosi e le buone pratiche di auto-imprenditorialità realizzata con fondi pubblici non sono  tanti, se pensiamo da un lato all’entità della spesa pubblica dedicata negli anni a questo scopo e dall’altro all’esiguità dei risultati ottenuti in termini di occupazione stabile, innovazione, sviluppo economico dei territori, ricerca, competitività, internazionalizzazione. Sono tanti i vincoli, le rigidità, le incoerenze e incongruenze, i ritardi, la burocrazia e altri “fattori critici di insuccesso” che caratterizzano le normative di sostegno all’imprenditorialità, con la conseguenza di scoraggiare coloro che hanno idee e competenze vere e attrarre invece quelli che considerano l’aiuto finanziario come lo “scopo” di un processo di start up d’impresa.

Un tale scenario, con poca luce e molte ombre, sembra inverosimile se paragonato ai tanti anni di intervento pubblico nel settore della creazione d’impresa. Il sistema per essere efficace dovrebbe essere profondamente riformato, modificando sia i contenuti che la forma (procedimenti). Per esempio: inserimento della formazione specialistica per chi aspira a diventare imprenditore (in tal senso l’Abruzzo ha già avviato questa apprezzabile esperienza con il bando “Fare Impresa”), analisi a priori delle reali opportunità di mercato e di posizionamento di nuove per orientare meglio le poche risorse a disposizione, attuazione di convenzioni (su iniziativa degli enti pubblici) con le banche per il finanziamento delle start up,  inserimento nei processi di start up agevolate del servizio di affiancamento da parte di un tutor, cioè un consulente esperto in materia, per aiutare i neo imprenditori ad avviare al meglio le imprese e per inserirle efficacemente nel sistema di mercato, coinvolgere nei progetti di start up “imprese madrine”, cioè imprese già in funzionamento, che per l’attività svolta possano essere utili a trasferire alle start up informazioni a valore aggiunto e metodologie di successo prevedendo degli sgravi fiscali allo scopo di favorire il loro impegno attivare collegamenti funzionali con fondi di venture capital e “business angels”, nazionali e internazionali, che potrebbero essere interessati a investire o promuovere investimenti in start up già valutate positivamente dagli enti pubblici locali.

Con queste semplici ma significative accortezze i fondi pubblici avrebbero certamente maggiore efficacia e produttività nei processi di accompagnamento sul mercato delle start up.

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