CIP E’ IL PIU’ BELLO DEI PIUMATI

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Lo ha allevato un vibratiano che si è laureato campione mondiale

a cura di Stefania Mezzina

DSCN0655Un campione del mondo di ornitologia a Sant’Egidio alla Vibrata.

Il detentore è Gabriele Nepa, originario di Sant’Omero, che all’avvio del 2014 ha conquistato il titolo mondiale, classificandosi al primo posto alla 62esima edizione del Campionato, che si è svolto a Bari.

Si tratta della competizione più importante per gli appassionati del settore, e Gabriele Nepa, nativo di Sant’Omero ma santegidiese di adozione, ha conquistato il gradino più alto del podio, grazie al suo canarino di razza nero-cobalto-giallo intenso, nella categoria D 355- Stam, che ha ottenuto 365 punti.

Una vittoria importante, che è arrivata dopo ulteriori riconoscimenti, tra i quali tre titoli italiani, e altri regionali e in ambito internazionale.

Gabriele Nepa ha 59 anni e accudisce costantemente i suoi canarini nei locali sottostanti la sua abitazione.

Lui, come altri allevatori, dedica tante ore della sua giornata alla cura di questi animali, al loro accoppiamento, al momento della cova; a fare attenzione e a predisporre tutti i comfort e ad adottare le accortezze che permettono agli uccellini di nascere sani e forti.

Perché allevare uccellini o campioni di voliera, non è sicuramente un gioco da ragazzi.

Una passione per un mondo fatto di code, di piume e di covate, che ci siamo fatti raccontare.

Cosa l’affascina di questo mondo?

“E’ una passione iniziata quando avevo 18 anni: l’ho assorbita  da mio zio, Antonio Scattolini, primo allevatore d’Abruzzo in questo ambito. Lui mi donava i suoi canarini, quando doveva scartarli: si tratta di un percorso obbligatorio,  in quanto si deve essere in grado di riconoscere i campioni.

Dunque io prendevo i suoi doppioni o gli esemplari non idonei alla gara. E’ stato così che ho cominciato ad appassionarmi all’ornitologia; ho fatto accoppiare i canarini e pian piano anche io ho avuto i miei campioni. Prima della medaglia ottenuta a Bari, grazie al colore nero cobalto, ho conquistato ulteriori riconoscimenti, tra cui la medaglia mondiale con lo “Stamm”, che vuol dire concorrere con 4 canarini dello stesso sesso e della stessa razza e prima di allora avevo ottenuto la medaglia agli internazionali, a Faenza, anche con ulteriori razze”.

 Per la cura degli uccellini  è necessario avere disponibilità di ampi spazi?

“Quando ero ragazzo e vivevo con i miei genitori li sistemavo in soffitta. Sicuramente avevo poco spazio rispetto ad ora, che ho a disposizione un garage. Anche se non è la collocazione migliore: dovrebbero vivere più in alto, in garage infatti è più umido, però non ho alternative migliori. In ogni caso, nell’ambiente in cui vivono bisogna offrire una luce che richiami la sequenza dall’alba al tramonto e in questo caso si tratta di luce artificiale. I grandi allevatori, in ogni caso, realizzano strutture di lusso per ospitare i canarini. Bisogna considerare, infatti, che vendendo un campione è possibile guadagnare 300 euro e in certi casi anche oltre”.

 Che regole ci sono per arrivarci?

“Ce ne sono numerose da seguire: è importante riuscire a realizzare determinati colori. Certamente bisogna avere molta pazienza e costanza, perché spesso ci vogliono anni per ottenere buoni risultati ma quando succede è una grandissima soddisfazione”.

 Quali sono i momenti più importanti nell’ambito della passione?

 “Se parliamo di competizioni, certamente quella di Reggio Emilia, che si svolge annualmente, a novembre. Qui si svolge il raduno mondiale degli allevatori, che comprende una mostra con zona commercio che conta 3o 4 padiglioni; insomma, andare lì è il massimo per ogni allevatore. Ogni anno dalla provincia di Teramo parte un pullman con circa 50 allevatori, mentre da tutto l’Abruzzo ne arrivano tantissimi. C’è da specificare che ogni città ha la sua associazione ornitologica.

 Come viene scandita la sua giornata tipo?

“Alle 9.30 dò a mangiare e bere ai miei canarini; in particolare l’acqua è importantissima, in quanto se manca i canarini muoiono. Ogni settimana, invece, provvedo a fare una pulizia accurata delle gabbie.  Mentre a lavarsi provvedono autonomamente. Solo quando si deve partecipare a qualche gara si effettua manualmente il lavaggio. In particolare è necessario farlo quando si ha un canarino dal colore bianco, che ovviamente deve spiccare maggiormente.  Gli alimenti sono uovo sodo, oppure frittata, perché per ottenere delle buone nidiate la base principale è avere una alimentazione ricca di proteine, poi pastoncino alla verdura e semi. Poi, quando sta covando le uova la canarina ha bisogno di una certa sicurezza e quindi bisogna riparare con cura il nido”.

 Quanti canarini ha attualmente?

“Sono arrivato ad avere 40 coppie, che da marzo in poi covano ogni mese, per tre covate circa. Bisogna avere la fortuna di vedere continuare la vita, in quanti sono soggetti ad ammalarsi con una certa frequenza. Certamente hanno bisogno di maggiori cure, ad esempio se un giorno ci si dimentica di dare l’acqua, il canarino muore. Ecco perché affermo che ci vogliono attenzione e impegno costante. Diciamo che c’è un triangolo della vita: ambiente, alimentazione e genetica. Può succedere che un canarino non abbia i requisiti genetici e quindi muoia”.

 Il percorso successivo alla nascita?

“Ogni canarino già a cinque giorni viene dotato di un anellino inamovibile, che lo scheda a vita. Quindi se viene ceduto in chissà quale parte del mondo, si potrà risalire per sempre all’allevatore iniziale, e quindi alla provenienza del territorio.  Dopo due mesi comincia a cambiare le piume, bisogna dargli delle vitamine per la formazione della piuma e dopo la muta si scelgono i campioni. Si fa in base al colore e al disegno. Deve avere certi requisiti, che devono essere quelli che valgono per ottenere il punteggio più alto.

Ogni gabbia ha il suo numero, perché ad ogni covata si prelevano le uova che vengono sistemate in una cassetta con il rispettivo numero e al loro posto vengono sistemate uova finte, di plastica, in modo che la canarina non si accorga della mancanza. Le uova  torneranno al loro posto quando i canarini finiscono a fare le uova. Insomma, dopo 14 giorni i canarini nascono tutti insieme, questo per evitare una percentuale alta di mortalità”.

 Che consiglio si sente di dare a chi vuole intraprendere la carriera di allevatore di canarini?

 “Di tenere in considerazione che questa passione, perché bisogna avere una passione per essere allevatori, può essere sviluppata solo con grande costanza e pazienza.

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