Di Marvin Angeloni

Negli hotel i turisti sbadati sono tanti: lasciano di tutto ed anche cose imbarazzanti. C’è chi lascia anche il marito per il cameriere

 Centinaia di persone vengono ospitate dalle attività turistiche del territorio durante il periodo estivo, a volte per settimane, in altri casi per brevi soggiorni o un paio di notti. Un flusso continuo e variegato portatore di una moltitudine di storie che, per la loro natura particolarmente grottesca o affascinante, restano come un’impronta nelle menti di chi gestisce ed offre servizi al turismo. Albergatori, gestori di camping e chalet, ristoratori, tutti hanno qualche fatto bizzarro da raccontare, lasciato in mancia dagli avventori che, forse spinti da chissà quale endorfina vacanziera, mostrano lati oscuri e magnifici.

Ecco perché ci viene raccontato da un titolare di un albergo come la scorsa estate alcuni ospiti cecoslovacchi abbiano spesso lasciato sui tavolinetti della stanza una moltitudine di scatole aperte di cibo per gatti con ancora il cucchiaino dentro inducendo nella mente dell’inserviente di turno il pensiero di una certa affezione del cliente per la degustazione del cibo felino. In fondo il cibo per animali non è propriamente tossico, di certo difficile non fare una smorfia di disgusto immaginandone il consumo. D’altro canto perché non pensare al gesto assolutamente generoso di voler nutrire qualche randagio che abitualmente diventa il risveglio mattutino di ogni visitatore che si strofina gli occhi guardando oltre la finestra.

Ma si può andare oltre il gusto ed il disgusto quando, sempre da quelle parti, si racconta invece di quella signora tedesca che anni fa, passando più di un mese all’interno di un hotel in compagnia del marito, si è lasciata andare in un vortice amoroso con un giovane cameriere in servizio nella struttura. “Colombe dal desio chiamate” come Dante descriveva il vento di passione che trascinò Paolo e Francesca dal paradiso dei sensi nell’Inferno del Canto V. Ma l’inferno probabilmente è arrivato solo per il marito della donna che si è ritrovato a riprendere il treno da solo visto che l’esuberante consorte, presa da un coinvolgimento assoluto, ha preferito restare alla corte del giovane amante mollando ogni cosa della sua vita precedente e lasciandosi cambiare profondamente dal sole d’estate. Quella donna non se ne è più andata ed è stata accolta in uno dei tanti paesini della Val Vibrata.

Dalla romanticherie si può cadere però più in basso o più in alto a seconda di come la nostra morale traduce la sfera del sesso, grande protagonista delle notti d’estate. C’è chi lascia in dono tra un letto ed il pavimento oggetti d’autoerotismo, e chi invece giornaletti osé o semplici numeri di telefono segnati con difficoltà su foglietti stropicciati.  L’anima libertina sembra essere quasi doverosa quando si ottiene da un portiere d’albergo la chiave di una stanza o qualche consiglio sui numeri da digitare per avere compagnia durante la notte. Voci che diventano chiacchiericcio e stravolgono le storie che vengono tradotte spesso solo per la loro parte più oscura, quel lato nascosto che ci piace rivivere nei romanzi e che viene ricercato nel calore di una vacanza che non termina con la ripartenza.

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