Alba Adriatica, Comune proroga le concessioni demaniali di un anno

A cura di Pasquale Rasicci

Alba Adriatica. Non la cercate nelle antiche carte geografiche. Non la troverete. Eppure essa esiste e prospera tra nuove ed eleganti case, tra piazze e vie dense di traffico, alla foce di un antico torrente, vicino al quale fa bella mostra di sé una restaurata torre di avvistamento del naviglio barbaresco.

Alba Adriatica ha una nobile antenata, Alba Picena, or sono due millenni. Fu distrutta dai barbari. Circa cento anni fa nacque Tortoreto Stazione e, quarant’ anni fa si trasformò in Alba Adriatica.

Alba Picena visse il dramma italico, partecipò alla lotta contro Roma, e ancora oggi, nelle pieghe della sua terra, di quel dramma si rinvengono ghiande di ferro, globetti di fionda, missili di guerra. Concezio Rosa ce ne delimita i confini, ce ne determina la posizione, ce ne traccia gli elementi di vita e di attività agricola e “industriale”.

Alba di oggi ci mostra altri aspetti. Tende le sue giovani braccia a tutta la penisola e al mondo intero. Mostra le sue arti pacifiche, l’ansia verso la fatica produttiva, verso i commerci, verso il turismo che è certamente di massa, ma sempre di alto livello. Essa ci vuole mostrare appieno la sua espressione disinvolta, la sua esuberanza, e tutto l’orgoglio per le tappe raggiunte. Dall’ agricoltura di ieri, dalla pesca, dal commercio, dall’ attività dei suoi modesti opifici (canapificio, filanda, gassose, ghiacciaia, commercio di semi e piccolo artigianato), si è passati oggi alle confezioni di vario genere, al grosso commercio, all’ artigianato, all’ industria alimentare, all’ industria della borsa, al turismo, alla cultura, e tutto di altissimo livello, tanto da ottenere il diritto di far parte delle “Cento città” della piccola grande Italia.

Ovviamente la posizione geografica della cittadina ha giocato un ruolo determinante.

La gente è dinamica e ospitale, e vanta il verde dei suoi colli alle spalle e l’argento dell’ampio arenile e del suo mare.

Qui l’umano e il divino si fondono in perfetta armonia, la natura e l’uomo si alternano, gareggiando per rendere questo lembo di terra sempre più attraente e meglio ricettivo dove solo la speculazione pare abbia avuto a volte un ruolo negativo.

Le ubertose colline a monte, rinnovandosi ad ogni stagione, offrono una varietà intensa di panorami, di luci, di colori.

Il litorale, argentato dall’ arte magica di una natura generosa, è stato arricchito dalla lungimiranza degli uomini che hanno saputo trasformare una zona quasi arida in un centro turistico e balneare di primissimo piano. I suoi giardini, i viali e le mille costruzioni occhieggiano civettuoli al forestiero avido di riposo, di sole e di mare.

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