A Nereto la presentazione del libro “Come la sigaretta” di Mario Rasicci

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A Nereto la presentazione del libro “Come la sigaretta” di Mario Rasicci

Contadino, figlio di contadini, è ricordato soprattutto per la passione politica che lo animava, per i suoi valori e la solidarietà umana

NERETO Venerdì 6 aprile a1le 18.30 a Nereto (Sala Allende) sarà presentato il libro “Come la sigaretta. Pensieri, poesie e qualche utopia” (Di Felice Edizioni) di Mario Rasicci (Nereto 1936 – 1999). Contadino, figlio di contadini, è ricordato soprattutto per la passione politica che lo animava, per i suoi valori e la solidarietà umana. Ha lasciato un pugno di poesie e un diario di viaggio negli Stati Uniti degli anni Settanta, come alla ricerca delle proprie radici in quei parenti emigrati, uniti in una comune nostalgia per la terra delle origini, l’Abruzzo. Un testo, il diario, che risente del clima sociale che si respirava in quell’epoca in tutto l’Occidente, in un’America stravolta dai conflitti sociali e razziali e in un’Italia lacerata dalle lotte politiche. In complesso pagine condite di valori politici socialisti, molto idealiste, un po’ utopiche, sostanzialmente poetiche.

All’incontro, che ha il patrocinio del Comune di Nereto, interverranno Tito Rubini che ha scritto la prefazione al libro, Luciana Rasicci che ha curato l’edizione, l’editrice Valeria Di Felice. Le letture saranno a cura di Vinicio Ciafrè, Gaetano Polidori e Adele Rasicci.

Dalla prefazione di Tito Rubini: «Alcuni giovani neretesi furono molto attenti al Sessantotto e fondarono il circolo culturale “Gaetano Salvemini”, riproponendo un’azione di sinistra che il paese aveva perso dopo anni di schiacciamento da parte di organismi politici onnipresenti in tutti i settori della vita cittadina. Tra questi giovani emergeva un certo Mario Rasicci, autodidatta, creativo, dignitoso nel contegno, orgoglioso delle sue radici contadine. Di lui ricordo soprattutto la spontaneità, la passione e la tenerezza nell’affrontare i temi istituzionali che sapeva ben argomentare. Era un utopista come può esserlo solo chi crede fermamente in un’idea senza sapere quanto, quando e come essa si trasformi in realtà. Credo che la vera utopia sia quella di avere un’utopia: e Mario incarnava tutto questo.»

 

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